Le vergini
Alex Michaelides
Einaudi, pubblicato nel 26 ottobre 2021
384 Pagine
Quando un romanzo di un autore ti piace così tanto da rimanerti in testa anche mesi dopo la fine della lettura, le aspettative nei confronti dei successivi tendono ad essere sempre molto alte. Quando ho letto La paziente silenziosa ho pensato fosse un romanzo davvero notevole, un bell'intreccio, sorprendente, un esordio davvero sensazionale.
Aspettavo quindi una nuova storia di Alex Michaelides, e speravo non deludesse le mie aspettative.
Così è stato... in parte.
Mariana, terapeuta di gruppo, ha perso l'amore della sua vita, Sebastian, con con cui ha condiviso tutto. Insieme a lui si è presa cura di Zoe, la nipote di Mariana che ha perso i genitori quando era solo un'adolescente, ma ha trovato in Mariana l'amore che le era stato tolto troppo presto.
Ora Zoe si è ripresa, frequenta uno dei college più belli di Cambridge, ma Mariana non si sarebbe mai aspettata quella telefonata da parte sua.
La migliore amica di Zoe, Tara, è morta.
Tara faceva parte delle Vergini, un gruppo di ragazze "protette" dal professor Edward Fosca, che con il suo modo ammaliante e affascinante sembra avere qualcosa da nascondere. Mariana, per proteggere sua nipote, inizia così un'indagine personale parallelamente a quella della polizia, e quando un'altra ragazza delle Vergini viene ritrovata morta, Mariana non ha dubbi, il professor Fosca è coinvolto.
Per chi ha amato La paziente silenziosa, l'attesa è finita il 26 ottobre 2021 con l'uscita del secondo romanzo di Alex Michaelides Le vergini.
La prima cosa a colpirmi positivamente del libro è stata la bellissima l'ambientazione del college, ampiamente descritto, così maestoso e ricco di storia. Una storia che si intreccia con la trama per via delle vittime del serial killer, le ragazze che fanno parte delle Vergini, il club esclusivo.
La tragedia greca qui incontra la realtà, il romanzo infatti, è ricco di drammaticità.
Abbiamo Mariana a cui improvvisamente è morto il marito Sebastian e non riesce a farsene una ragione, e poi Zoe, la piccola ragazza che ha perso i genitori e da poco il padre adottivo. Al loro dolore viene dedicato il giusto spazio, specialmente a inizio romanzo, anche se Mariana non è un personaggio che è riuscito a suscitare in me quell'empatia (forse) ricercata, e per quanto possa capire la spinta a voler a tutti i costi indagare su un qualcosa che non le compete solo per proteggere l'unico affetto che le è rimasto, ho trovato alcuni suoi comportamenti un po' forzati.
Detto questo però, il romanzo scorre veloce, Alex Michaelides si conferma per me un grande narratore dalla scrittura intrigante, semplice, fluida e la storia è da subito calamitica.
A metà romanzo un improvviso tocco geniale (che non dirò per non fare spoiler) ha dato un'ulteriore scossa alla mia lettura, un particolare che non mi aspettavo ed è stata una delle cose che più mi è piaciuta.
Avevo un'idea completamente diversa rispetto al finale, un finale che mi ha in parte sorpresa perché non me lo aspettavo, ma che al contempo ho trovato inverosimile.
Superato il finale però, mi è piaciuto. Mi ha intrattenuta e avevo sempre la spinta a voler proseguire, una lettura super scorrevole per chi ha voglia di un thriller leggero. Rimane per me un romanzo psicologico molto interessante che, seppur non regga il confronto con La paziente silenziosa, è stato un piacevole compagno di viaggio.